venerdì 28 dicembre 2018

E’ COSI’ DIFFICILE APPRENDERE? ROMA- 19-20 GENNAIO.

Il fine della scuola è quello di garantire il successo formativo di tutti gli studenti e, per fare questo, è chiamata a mettere in relazione metodi radicalmente nuovi di apprendimento, che permettano a ciascun alunno di maturare in tutte le dimensioni: cognitiva, affettiva, relazionale, corporea, etica, estetica, religiosa e spAccedendo all’interiorità del soggetto, l’insegnante sarà in grado di realizzare interventi didattici personalizzati che, superando i percorsi formali dell’individualizzazione, risultino più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti.L’AIMC, da sempre impegnata nell’attività di accompagnamento alla professionalità dei docenti, propone un percorso formativo incentrato sulla “didattica mentalista” dal titolo:“È COSI’ DIFFICILE APPRENDERE?”Si tratta di una pratica pedagogica metacognitiva, che ha come obiettivo la valorizzazione della persona-alunno nelle sue componenti più “nascoste”, ma ugualmente fondamentali: la mente, gli affetti e la motivazione che agiscono direttamente sull’alunno, fornendogli indicazioni precise su come operare sul piano mentale.Per saperne di più, in allegato il programma, le notizie logistiche e le schede di iscrizione ed eventuale pernottamento al Seminario nazionale.
  https://didatticamentalista.eu/
https://www.didatticamentalista.com/PROSSIMI-CORSI.php
http://aimcmassa.altervista.org/



      

martedì 18 dicembre 2018

JASMINE E LA NONNA di Lucia Torti e Silvia Oriana Colombo.


Jasmine e la nonna di Lucia Torti e illustrazioni di Silvia Oriana Colombo
Jasmine è una bambina di origini algerine che vive in Italia. I suoi compagni di classe trascorrono molto tempo con le rispettive nonne, Jasmine invece non ha mai conosciuto la propria. Per non essere da meno degli altri, tenta di far passare per sua nonna un’anziana amica della madre, ma viene scoperta e derisa. Un giorno, però, riceve una grande sorpresa: la sua vera nonna va a trovarla a scuola, portando dei buonissimi dolcetti che fanno la gioia di tutti i bambini. È venuta apposta dall’Algeria a conoscere Jasmine e, anche se non parlano la stessa lingua, riescono a capirsi perfettamente!

domenica 16 dicembre 2018

IL FENOMENO DEL BULLISMO: COSA FARE?


LA SCUOLA DELL’INFANZIA: 50 ANNI MA NON LI DIMOSTRA

Sabato 15 Dicembre presso il refettorio vescovile di Massa, la Dott.ssa Cristina Giuntini, dirigente Scolastico ad Arezzo, membro del Direttivo nazionale e regionale dell’A.I.M.C., di fronte ad un pubblico molto attento e partecipe, ha presentato in modo agile e avvincente la storia della scuola statale dell’infanzia, i suoi passaggi cruciali sul piano legislativo e pedagogico-didattico. Dalla fine degli anni sessanta questa scuola è passata dal semplice ruolo di assistenzialismo (asilo) a una generica responsabilità pedagogica nei confronti del bambino (scuola materna) fino ad assumere, con gli Orientamenti del 1991 prima e le Indicazioni del 2012 poi, alla funzione di stimolazione esperienziale e sviluppo cognitivo (scuola dell’infanzia). Gli anni Novanta sono stati caratterizzati da importanti sperimentazioni nazionali come il progetto Ascanio, Alice e OR.M.E. che hanno messo al centro dell’azione educativa il bambino e il suo ambiente di vita.
Purtroppo negli istituti comprensivi la scuola dell’infanzia vive ai margini del curriculo verticale e non è ancora riconosciuta come fondamentale alla crescita psicologica e mentale del bambino. Essa è immune dalle tecnologie che invece imperano (spesso negativamente) negli altri gradi scolatici poiché ritiene prioritario lo sviluppo esperienziale, manipolativo, relazionale, creativo e dei vari linguaggi con tempi e spazi adeguati. Per questo motivo si potrebbe affermare che la sua priorità è la persona in tutti i suoi aspetti, che negli altri gradi è sostituita dalle discipline e dal programma con tutte le distorsioni che ne derivano.

 Oggi si parla di una scuola dell’infanzia come ambiente che del “prendersi cura”, che accoglie le istanze delle famiglie, un ambiente  dove le diversità convivono, dialogano le culture e si creano alleanze educative: un ambiente attento ai legami affettivi, alle relazioni e alla dimensione emotiva.
Per l’A.I.M.C. Toscana la relatrice ha promosso ed elaborato un Manifesto a sostegno della scuola dell’infanzia che è “fondamento”di tutto il percorso scolastico.