domenica 27 dicembre 2015

AUTOCOSCIENZA E COSCIENZA DI PIETRO SACCHELLI


A scuola gli insegnanti dovrebbero agire su due dimensioni ontologiche fondamentali: l’autocoscienza e la coscienza degli alunni.
La prima risponde alla domanda del “chi siamo”, la seconda del “cosa e come conosciamo”.
L’autocoscienza è il fondamento della nostra identità di uomini e di donne che esprimono affetti, emozioni, relazioni e un peculiare patrimonio esperienziale. Questa dimensione identitaria del sé, composta da valori morali, sociali, affettivi, culturali di appartenenza, è necessaria allo sviluppo armonico e completo della persona.
La coscienza è, invece, quella condizione che esplicita il “cosa e il come conosciamo” ed è alla base delle scelte e delle nostre rappresentazioni mentali utilizzate per capire, interpretare e interagire con la realtà circostante.
La scuola avrebbe il compito di sviluppare entrambe le dimensioni attraverso attività mirate al consolidamento dei valori civili, democratici e culturali utilizzando efficaci procedure metacognitive, strategie riflessive sul compito e tecniche per organizzare i contenuti del sapere (mappe concettuali, mappe mentali, modalità di memorizzazione etc.) che sono alla base del “metodo di studio”.

Gli insegnanti purtroppo inseguono i programmi, i contenuti disciplinari, le verifiche, le prove INVALSI perdendo di vista il senso reale dell’insegnamento e dell’apprendimento o, per dirla meglio, danno importanza al peggior “nemico” dell’insegnare ad apprendere.

sabato 10 ottobre 2015

UNA SCUOLA POCO COGNITIVA DI PIETRO SACCHELLI

"In una caserma di Siviglia, al centro del cortile c'era una panchina. Vicino alla panchina stava sempre un soldato a montare la guardia. Nessuno sapeva perché si faceva la guardia alla panchina. Si faceva perché si faceva, e basta: giorno e notte, tutti i giorni e tutte le notti. L'ordine degli ufficiali si trasmetteva di generazione in generazione e i soldati obbedivano. A nessuno venne mai un dubbio. Mai una domanda. Se si faceva così, come si era sempre fatto, un motivo doveva esserci. E la faccenda continuò finché a qualcuno, forse un generale o un colonnello, venne in mente di andare a vedere qual era l'ordine originario. Ci fu da mettere sottosopra gli archivi, ma a forza di rimestare, alla fine si seppe. Facevano trentun anni, due mesi e quattro giorni da quando un ufficiale aveva piazzato un soldato di guardia alla panchina perché a nessuno capitasse di mettersi a sedere sulla vernice fresca...
(tratto da E. Galeano “Il libro degli abbracci" Ed. Sperling & Kupfer, pag. 50)
 

Parlando in termini metaforici la caserma è la scuola e i soldati sono i docenti che quotidianamente presidiano la "panchina" del programma e dei contenuti disciplinari. Pochi si domandano "cui prodest docere” le discipline se solo un ridotto numero di alunni le apprende. 
Se interrogati al riguardo, molti insegnanti rispondono che insegnano perché sono pagati per farlo oppure che hanno il dovere di svolgere una programmazione disciplinare. Sembra importare poco se ci sono bambini che non apprendono o hanno difficoltà. La scuola insegna sempre e comunque, indipendentemente dagli alunni. Lo svolgimento del programma prevale su altre questioni perché esso rappresenta "l’ordine di servizio" per i soldati. E si sa, i bravi militari non fanno domande, ma eseguono i comandi senza discutere anche se gli ordini di servizio sembrano discutibili. Una scuola però che agisce senza una finalità assiologica ed è poco consapevole della sua reale funzione sociale non è metacognitiva.  E' tutto fuorché... una Buona Scuola!

sabato 1 agosto 2015

BOTTON-UP E TOP-DOWN DI PIETRO SACCHELLI

assoc. did. ment.“Roberta, capace di assorbire, memorizzare e recuperare dati con una bravura straordinaria, era fortemente inadeguata quando si trattava di esprimere opinioni personali. Era perfetta in quello che viene definita approccio “bottom-up”, riusciva cioè ad assimilare con relativa facilità nozioni di ogni genere (…) e a ricordarle il giorno dopo (…). Però non metteva mai nulla di suo in quel che memorizzava. Non c’era il minimo tocco personale in ciò che produceva, nessuna interpretazione o rielaborazione del materiale appreso, in nessuna materia (…)”.
(tratto da M. Levine: “I bambini non sono pigri” Ed. Mondadori, 2005, pag. 136)
“Altri hanno invece un approccio “top-down”: mettono in discussione i paradigmi, esprimono le loro idee, esplorano nuovi modi per interpretare le informazioni, tentano esperimenti innovativi e procedono a salti e balzelli. (…) Sono pensatori che lasciano andare la loro mente a briglia sciolta, amano mettersi in gioco, sono disposti a rischiare e preferiscono le vie poco battute. La maggior parte delle persone non appartiene esclusivamente all’una o all’altra di queste due categorie e armonizza l’approccio “bottom-up” con quello “top-down””, ma i due estremi ben si adattano alle materie scientifiche.”

(op. cit., pag. 275)

Se i soggetti della prima categoria sono valutati positivamente dalla scuola in quanto fedeli ripetitori dei contenuti disciplinari, non altrettanto lo sono i secondi che tendono a rielaborare in modo personale le conoscenze e per questo motivo vengono spesso considerati dagli insegnanti alunni poco conformisti e affidabili, troppo autonomi e divergenti. Tra i primi ci sono bravi professionisti e scrupolosi lavoratori dei vari settori pubblici e privati, ma tra i secondi si collocano gli artisti, gli scrittori, gli innovatori, gli scopritori, gli inventori e i creativi.I soggetti “bottom-up” assicurano la prosecuzione socio-culturale nel segno della continuità e della tradizione, quelli “top-down” contribuiscono al cambiamento di mentalità, all’innovazione e al progresso scientifico e sociale dell’umanità in qualsiasi settore dello scibile umano.
La scuola avrebbe il dovere di utilizzare procedure metodologiche e docimologiche tese a individuare, sostenere, sviluppare e premiare più i secondi che non i primi, comportandosi proprio in modo opposto a come è adusa fare.
Insomma la scuola dovrebbe essere meno “Bottom-up” e più “Top-down”!
I soggetti “bottom-up” assicurano la prosecuzione socio-culturale nel segno della continuità e della tradizione, quelli “top-down” contribuiscono al cambiamento di mentalità, all’innovazione e al progresso scientifico e sociale dell’umanità in qualsiasi settore dello scibile umano.

venerdì 3 aprile 2015

venerdì 30 gennaio 2015

PISA: “Una scuola inclusiva e metacognitiva per alunni con Bisogni Educativi Speciali”


“Una scuola inclusiva e metacognitiva per alunni con Bisogni Educativi Speciali”

Proposta Corso di Formazione
A.S. 2014/15

20141015-223230
“Una scuola inclusiva e metacognitiva
per alunni con Bisogni Educativi Speciali”
Obiettivi Formativi Generali
Fornire ai partecipanti:
a) la scuola inclusiva: il soggetto al centro dell’insegnamento;
b) alunni metacognitivi per affrontare i disturbi specifici di apprendimento (D.S.A.), i Bisogni Educativi Speciali (BES) e le difficoltà cognitive generalizzate;
c) pratica didattica e strategie disciplinari per gestire più efficacemente il processo di insegnamento/apprendimento;
d) gli stili di apprendimento, il metodo di studio e il successo scolastico.
L’originalità di questa proposta didattica-sperimentale consiste nell’utilizzo di una metodologia fenomenologica utilizzabile sia con i bambini di 5 anni della Scuola dell’Infanzia che con quelli della Scuola Primaria e Scuola Secondaria di primo grado.
La Didattica Mentalista si avvale pertanto dei principi teorico-pratici della Gestione Mentale di A.De La Garanderie che, mediante il dialogo pedagogico (=ascolto attivo), conduce gli alunni alla presa di coscienza del proprio stile di apprendimento e insegna loro a gestirlo in rapporto alle operazioni mentali (attenzione – riflessione – memorizzazione – comprensione – ragionamento – immaginazione) che costituiscono la struttura del pensiero umano (=funzioni primarie) e del curricolo di studio.
Tali principi metodologici si prefiggono di sviluppare le competenze trasversali alle varie discipline in un’ottica metacognitiva incidendo contemporaneamente sia sulla promozione della professionalità docente (=insegnare ad apprendere) sia sul metodo di studio (=apprendere ad apprendere), sulla personalizzazione dell’apprendimento e sulla motivazione scolastica di tipo intrinseco.
Destinatari
Il corso è rivolto ai docenti della Scuola dell’Infanzia, Primaria, Secondaria di I grado, insegnanti di sostegno.
Calendario del corso
Il corso si articola in n. 5 incontri di 2 ore cadauno. Gli incontri costituiscono un primo approccio metodologico per favorire una scuola inclusiva attraverso l’utilizzo di abilità metacognitive.
Relatori:
– Pietro Sacchelli (Insegnante di Scuola Primaria c/o il 2° Circolo di Massa)
– Mariangela Angeloni (Esperta di Didattica Mentalista; insegnante di Scuola
Primaria c/o il 2° Circolo di Massa)
– Denia Dal Canto (Esperta di Didattica Mentalista; insegnante di scuola primaria c/o
l’I.C. di Santa Maria a Monte – Pisa)
Struttura del corso
1° incontro (n. 2 ore – Pietro Sacchelli)
Data 26/02/2015 dalle ore 16,30 alle ore 18,30
a) Le difficoltà dell’insegnante nella gestione della classe: come rendere personalizzante
il processo di apprendimento
b) Capire le cause del fallimento scolastico per favorire un ambiente inclusivo a dimensione
di bambino
c) La rivoluzione didattica di A. de La Garanderie: il rinnovamento possibile della scuola
2° incontro (n. 2 ore – Mariangela Angeloni)
Data 5/03/2015 dalle ore 16,30 alle ore 18,30
a) Il ruolo nell’apprendimento delle “famiglie pedagogiche” e delle evocazioni mentali
b) Sulle tracce degli stili di apprendimento: il dialogo pedagogico
c) Come realizzare il profilo mentale di un alunno: esercitazione su un soggetto con
difficoltà di apprendimento
d) Discussione sulle problematiche affrontate
3° incontro (n. 2 ore – Denia Dal Canto)
Data 12/03/2015 dalle ore 16,30 alle ore 18,30
a) Breve riepilogo degli argomenti affrontati nell’incontro precedente
b) Come funziona la mente: l’attenzione e la riflessione
c) Discussione sulle problematiche affrontate
4° incontro (n. 2 ore – Mariangela Angeloni)
Data 19/03/2015 dalle ore 16,30 alle ore 18,30
a) Come funziona la mente: la memorizzazione
b) Modalità didattiche per memorizzare le tabelline e i verbi
c) La presentazione dei concetti di unità, decina, centinaia e delle divisioni di contenenza e
di ripartizione
d) Discussione e confronto sulle problematiche affrontate.
5° incontro (n. 2 ore –Pietro Sacchelli – Mariangela Angeloni- Denia Dal Canto)
Data 26/03/2015 dalle ore 16,30 alle ore 18,30
LABORATORIO DIDATTICO-DISCIPLINARE PER GRADI SCOLASTICI
I relatori del corso coordineranno i gruppi di lavoro
N.B. I contenuti del corso possono essere modulati sulle esigenze dei partecipanti al
corso.
Per la complessità degli argomenti trattati, si consiglia una frequenza puntuale ed
assidua
Per prenotazioni:
http://www.comprensivocarduccismm.it/