“Una didattica metacognitiva deve valorizzare gli stili di apprendimento per ricalibrare il rapporto tra docente (mediatore del sapere), alunno (soggetto consapevole del processo di apprendimento) e discipline (oggetto culturale dello studio)” Pietro Sacchelli
martedì 7 giugno 2016
PRESENTAZIONE DEL LIBRO: " L'ORA DI LEZIONE NON BASTA" DI MARCO ORSI
Alla presenza di un pubblico folto e interessato di docenti prevalentemente della scuola primaria, martedì 7 giugno alle ore 16,30 presso la Scuola Elementare
“D. Alighieri” di Via La Salle a Massa è stato presentato il libro “L’ora di lezione non basta” di Marco Orsi Ed. Maggioli (2015).
La Dirigente Scolastica del 2° Circolo Dott.ssa Alessandra Valsega nella sua introduzione ha sottolineato l’importanza di recuperare e valorizzare quelle dimensioni “assenti” nella scuola moderna come le emozioni, le relazioni, il benessere delle persone, la didattica cooperativa, l’importanza degli arredi e dei laboratori perché questi aspetti, spesso mancanti tra le pareti scolastiche, sono fondamentali per una valida formazione umana e sociale degli alunni.
Di seguito è intervenuto il Prof. M. Orsi dell’Università di Firenze che ha evidenziato come il modello di “scuole senza zaino”, di cui è ideatore e responsabile nazionale, valorizza la funzione degli arredi scolastici e degli oggetti didattici che creano “legami e mappe mentali” e risultano fondamentali per l’apprendimento. Una scuola astratta e idealista fondata solo sulla parola, sul libro e sul quaderno favorisce soltanto lo sviluppo di un alunno ”cefalopode o tête homme” inteso nell’accezione negativa ed empirista di “vaso da riempire” piuttosto che di “fuoco da accendere” come auspicava già nel XVI sec. la visione illuminata di Michel Eyquem de Montaigne nei suoi Essais. Da qui l’importanza di un ambiente polivalente con varie zone per l’apprendimento in autonomia degli alunni che lavorano sotto la vigile guida dell’insegnante, allenatore e sostenitore e non mero trasmettitore di sapere e conoscenza. L’apprendimento quindi non è mai scollegato dalla condivisione e dalla partecipazione che a scuola devono ritrovare senso nella didattica collaborativa, spesso trascurata a vantaggio di una competizione tayloristica e di un fordismo spersonalizzante che rischia di generare disaffezione e demotivazione verso lo studio soprattutto da parte dei soggetti più deboli e in difficoltà. In definitiva il progetto “Senza Zaino” adotta il “Global Curriculum Approach” che non è un metodo d’insegnamento ma una modalità di trasformare la scuola in un ambiente che mette in relazione artefatti immateriali e materiali, software e hardware, mente e corpo, “terra e nuvole” facendo incontrare e interagire i soggetti con i soggetti e i soggetti con gli oggetti.
La dott.ssa Annalisa Misuri, dirigente scolastica in pensione e membro del gruppo promotore “Senza zaino”, ha poi svolto un’agile sintesi sui vantaggi di una scuola-comunità in cui si riscopre il piacere dello stare insieme. Il benessere genera successo e desiderio di riuscita mentre la scuola tradizionale è indirizzata alla deprecabile somministrazione sistematica delle prove di verifica, delle valutazioni e dei voti, dei risultati quantificabili e misurabili perdendo di vista il senso del fare scuola.
Pietro Sacchelli.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento